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Competizione: l'incentivo per dare il meglio

di Enrico Buongiovanni

 

 

"Le convinzioni e le mete comuni, gli interessi simili produrranno in ogni società dei gruppi che, in un certo senso, agiranno come singole unità. Ci saranno sempre degli attriti tra questi gruppi – lo stesso tipo di antagonismo e di rivalità che esiste fra i singoli individui"
(Albert Einstein)

 

 

L'aforisma per questo nuovo articolo apprtiene al famoso Albert Einstein, il quale non ha bisogno di presentazioni.

 

 

Cos'è la competizione?

 

L'idea della competizione viene vista molte volte come qualcosa di negativo, in realtà se applicata nel modo corretto ai nostri schemi mentali e all'interno delle nostre vite, essa può tranquillamente diventare il giusto incentivo affinchè ognuno di noi riesca a dare il proprio meglio.

 

Quindi è facilmente intuibile quanto la competizione possa avere diverse chiavi di lettura diventando essa positiva o negativa a seconda della modalità che scegliamo di seguire.

 

 

Sprito competitivo: quando fa bene?

 

Ognuno di noi ha, oppure si è trovato a dover tirare fuori in determinate situazioni il proprio spirito competitivo, sia per riuscire in determinate imprese, oppure per arrivare a determinati traguardi da tempo prefissi.

 

Anch'esso può essere positivo oppure negativo, a seconda dell'uso coscente o improprio che ne facciamo.

 

 

Spirito competitivo nell'accezione positiva del termine:

 

Nella sua accezione positiva, lo spirito competitivo fa di modo che tutte le tue azioni non siano mosse dall'invidia, dalla voglia di rivalsa o da chissà quale altra emozione negativa.

 

Quando esso è vissuto nella sua modalità più pura e positiva, ciò che accade alla nostra mente è magnifico, veniamo spronati a dare del nostro meglio e riuscire così a raggiungere i nostri traguardi non in nome di chissà quale fatica o idea, ma a favore della nostra predisposizione all'arrivo e al traguardo prefissato, una cosa quindi fatta SOLAMENTE per noi stessi, noi stessi e nessun'altro.

 

Tenendo si presente il fatto che la spinta è data dalla competizione e dal modo di vedere l'altro come meta d raggiungere, ma non condita con sentimenti di invidia o rabbia verso l'altro ma bensì da sentimenti di stima e prova che se altri ce l'hanno fatta, allora anche tu, lavorando duramente potrai riusicre a tagliare il medesimo traguardo, vivendo pur sempre nel rispetto assoluto di coloro che ti circondano.

 

 

Spirito competitivo nell'accezione negativa del termine:

 

Nella sua accezione negativa invece le nostre azioni non vengono dettate da un sano e positivo spirito competitivo che ci sprona a dare il meglio di noi stessi.

 

Vengono invece dettate dall'invidia e dal senso di inferiorità che proviamo nei confronti dei nostri rivali, questa tipologia di spirito competitivo oltre ad essere lesiva per la nostra psiche, non ci arrecherà alcun vantaggio, facendoci invece sentire sempre più in difetto rispetto a coloro con i quali continuiamo a sentirci in competizione.

 

Ciò avvelenerà la nostra visione, rendendoci ciechi a quanto c'è di positivo e lasciandoci in reaaltà fermi a pensare al percorso degli altri e non a strategie e tattiche nuove per crescere noi stessi come persone serene e sicure di noi stessi.

 

 

Competizione positiva:

 

La competizione può essere estremamente positiva, solo nel momento in cui non viene vista come l'annullamento dell'altro, o il “a tutti i costi” meglio del proprio rivale.

 

Lo è invece nel momento in cui diviene la scossa che serve alla nostra motivazione, diventando esattamente ciò che ci serve per raggiungere mete e obbiettiv magari da tempo immaginati, agognati, ma mai realmente inseguiti e di conseguenza mai afferrati.

 

 

Competizione negativa:

 

ovviamente è questa Perchè per certa gente tutto quanto sembra una competizione, non intendo nel gioco o nello sport e via dicendo, ma intendo nella vita di tutti I giorni qunado qualcuno trova il modo di trasformare tutto in una sfida e batterti in una competizione a cui non ti volevi iscrivere.

 

Beh a dirla tutta ognuno dovrebbe avere quella spinta che ci spinge a raggiungere un obbiettivo, ma per alcuni tutto questo non c'entra, per loro si tratta di vedere tutto come una gara e trascinarci chiunque altro dentro.

 

Ormai si ha l'impressione di non poter dire più nulla sulla propria giornata o su come te la passi perchè qualcuno cercherà sempre di superarti.

 

Non è che non apprezzo una mentalità competitiva, penso sia necessaria per metterci alla prova e superare i nostri limiti ogni tanto, ma deve essere in modo divertente e sportivo.

 

Non c'è niente di male a voler essere il migliore purchè usando I propri mezzi, ma se il tuo metodo si basa sul far sembrare gli altri peggiori, questo non ti rende davvero il numero uno, hai solo eliminato la concorrenza e se non c'è la concorrenza non puoi davvero definirla una competizione dopotutto.

 

 

Conclusione

 

Riassumendo quindi il discorso fatto fin'ora, la competizione e più nello specifico lo spirito competitivo possono avere una doppia chiave di lettura oltre che di funzione.

 

Sta solamente a noi stessiquindi scegliere che uso fare e come agire.

 

Come ogni cosa, essa avrà conseguenze all'interno delle nostre vite, se il nostro spirito competitivo verrà usato solamente per saziare la nostra invidia versso terze persone, allora non porterà mai a risultati positivi, non essendo il nostro sentimento puro e dettato da una vera e propria voglia di mettere alla prova noi stessi in maniera genuina, ma solamentedal bisogno di sentirsi migliori degli altri; svalutando di partenza noi stessi e non riconoscendoci il nostro valore non arriveremo verso nessun traguardo.

 

Al contrario se la nostra competitività fosse mossa invece dalla nostra continua voglia di metterssi alla prova per sfidare noi stessi, semplicemente seguendo l'esempio di altri, beh allora si che i risultati che ne seguiranno saranno più che positivi, perchè ogni conquista fatta non sarà altro che la dimostrazione più pura e genuina del nostro valore e della nostra capacità di metterci alla prova.

 

La morale alla fine è sempre la stessa, non conta tanto ciò che facciamo, quanto il come, quindi cerchiamo sempre di agire nel nome di buone e positive intenzioni, solo così arricchiremo noi stessi come persone, raggiungendo ciò che abbiamo sempre pensato di non poter stringere fra le mani.

 

Ogni cosa può essere fonte di crescita sta solo a noi trovare la giusta chiave di lettura.

 

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Commenti: 1
  • #1

    Annette83 (giovedì, 23 agosto 2018 10:10)

    Infatti non bisogna mai confonderla con l'invidia