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Ubuntu: una lezione proveniente dall' Africa

di Enrico Buongiovanni

 

«In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu, il senso profondo dell'essere umani solo attraverso l'umanità degli altri; se concluderemo qualcosa al mondo sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri,»

                                                                             Nelson Mandela

 

L'aforisma per questo articolo appartiene a Nelson Mandela, il quale fu un politico e attivista sudafricano, presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999.

Le sue parole arrivano dritte al punto, donandoci la spiegazione inerente una parola africana, ovvero Ubuntu, concetto filosofico dell'Africa sub-Sahariana, credenza in un legame di condivisione che unisce tutta l'umanità.

 

1-Ubuntu: etimologia e significato

voce bantu, traducibile letteralmente con "umanità", composta dalla radice -ntu umano e dal prefisso dei nomi astratti ubu-.

Tale espressione in lingua bantu significa "benevolenza verso il prossimo", tale regola di vita poggia le proprie basi sulla compassione e sul rispetto dell'altro, infatti appellandosi all'Ubuntu si è soliti dire: "Io sono ciò che sono in  virtù di ciò che tutti siamo."

Tale filosofia pone dunque come suo fondamento il sostegno e l'aiuto reciproco, la presa di coscienza dei propri diritti e dei propri doveri, nonchè come fine ultimo quello della pace a livello globale.

Un suo punto cardine riguarda il concetto di felicità, è possibile affermare che tale concettosa lo stesso scoperto da Christoper McCandless poco prima della sua dipartita, ovvero: "La felicità è reale solamente se condivisa."  proprio questo è uno dei principi cardine di questa filosofia.

 

2-Ubuntu: l'esperimento antropologico

Vediamo dunque di spiegarlo al meglio tramite l'esperimento diretto da un un antropologo.

Tale studioso dell'antropologia propose un gioco a dei bambini appartenenti ad una tribù africana.

Mise un cesto di frutta vicino ad un albero, comunicando ai bambini che chi fra loro fosse arrivato per primo avrebbe vinto tutta la frutta.

Quando venne dato loro il segnale, i bambini non cercarono di correre, non cercare di arrivare l'uno prima degli altri per soddisfare ognuno il proprio bisogno di vittoria, anzi contrariamente alle aspettative, essi si presero per mano, mettendosi a correre assieme verso il cesto.

Una volta raggiunto si godettero tutti assieme il premio, dopo tale prova, venne chiesto loro come mai avessero agito in quel determinato modo, poichè era stato detto loro che solo uno  avrebbe potuto godere del cesto.

Loro risposero: "Ubuntu: come potrebbe uno  di noi essere felici se tutti gli altri sono tristi?"

 

3-Conclusione

Credo dunque che tale concetto filosofico, tale insegnamento, tale etica risponda perfettamente alla domanda: "Cosa possiamo fare per vivere in un mondo migliore?"

Inutile riempirsi la bocca di belle parole, inutile riempirsi la testa di tanti concetti astratti, i quali alla fine non vengono messi in pratica.

Ubuntu, credo fermamente che questa sia la risposta per la costruzione di un mondo migliore, nel nostro vivere occidentale, dove egoismo e apparenza sembrano essere canoni fondamentali per vivere, ecco che il cosiddetto "terzo mondo" ancora una volta ci dona giustamente uno schiaffo morale.

Dobbiamo imparare a vivere in visione di una felicità comune, di un bene superiore, andando incontro all'altro.

Probabilmente in questo nostro mondo molti problemi cesserebbero di esistere se solo iniziassimo realmente a concepire quanto è vero che non ci sarà possibile essere realmente felici se chi abbiamo accanto è triste.