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Covid 19: Il teatro ai tempi della pandemia

Di Enrico Buongiovanni 


"Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti."


William Shakespeare


L'aforisma per questo nuovo articolo appartiene a William Shakespeare, drammaturgo e poeta inglese, considerato come il più importante scrittore in inglese e generalmente ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale. 

Con le sue parole paragona la vita al teatro, mostrando perfettamente cos'è la vita e quanto importante sia nel nostro percorso essere fedeli a noi stessi.

Durante questa pandemia un settore che è stato particolarmente colpito è quello artistico, quello teatrale, ed è proprio di questo settore che mi parla Sara.

Lei lavora presso il teatro Manzoni di Pistoia, ed è proprio lei che durante la nostra conversazione mi illustra la situazione covid per quanto riguarda il settore artistico.

Mi racconta quanto sia stato difficile all'inizio della pandemia, quanto tutto questo caos è scoppiato, ma proprio perché ancora non si conosceva bene la situazione ognuno ha fatto la sua parte, accettando le chiusure e i termini imposti dal governo, il problema però si iniziò a presentare man mano che il periodo di pandemia avanzava, i tempi si allungavano e con essi anche le chiusure dei teatri.

Racconta di quanto ognuno abbia fatto la propria parte per il bene comune, mi illustra quanto diversamente dagli altri settori quello teatrale abbia bisogno di mesi di preparazione per l'organizzazione di uno spettacolo, gli attori devono svolgere numerose prove, devono essere fissate delle date con larga anticipo, per tutti questi motivi mi racconta come il lavoro di molti attori teatrali si sia evoluto, passando ad una formula online, alcuni di loro hanno creato degli spettacoli streaming tramite i social cercando di tirare avanti per quanto possibile.

Col passare del tempo racconta quanto sia stato difficile rimanere chiusi, accettare ulteriori restrizioni, ma sempre tenendo presente che, comunque vada, bisogna essere grati per avere ancora un lavoro in un periodo di così grande e totale confusione.

Racconta dunque quanto sia difficile, in un settore che richiede molto tempo e molta preparazione, lavorare senza una precisa prospettiva futura.

Tornando a parlare degli spettacoli teatrali mi fa capire quanto, nonostante le nuove funzionalità che internet ci mette a disposizione, il teatro sia ben altra cosa, quanto esso si basa sulle emozioni che in quelle vengono passate e trasmesse fra gli attori ed il pubblico, mi fa riflettere sua quanto tutto ciò non sia una mera esibizione fine a sè stessa, ma un vero e proprio scambio di emozioni, che vede pubblico e attori, entrambi vincitori.

Sara quindi mi ha fatto riflettere sulle problematiche che questo mondo artistico ha subito, il non poter creare una vera e propria programmazione, non riuscire a vedere la fine di un periodo così buio, la mancanza di una stabilità e l'impossibilità di avere uno scambio emozionale fra pubblico e attori.

Mi lascia con un'ultima preziosa riflessione, questo periodo di pandemia poteva essere sfruttato meglio, è convinta quanto serva poco per vivere, quanto in realtà non abbiamo bisogno di tante cose, che un diverso stile di vita sia realmente possibile, questa è la sua riflessione, ovvero quanto i rapporti umani e la semplicità possano vincere sullo sfarzo e sul consumismo.

Forse un giorno la strada che lei suggerisce sarà realmente quella che verrà percorsa.