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Arthur Schopenhauer: "Il dilemma del porcospino"

Di Enrico Buongiovanni 


"Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.

Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l'uno verso l'altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l'uno lontano dall'altro. La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.

A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance! − Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui. − Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli."


Arthur Schopenhauer


Questo articolo non si apre con un'aforisma, bensì con un racconto, ovvero "Il dilemma del porcospino".

Tale concetto venne ideato dal filosofo tedesco Arthur Schopenhauer nel suo Parerga e paralipomena (1851), volume II, capitolo XXXI, sezione 396. 

Nella sua traduzione inglese, E.F.J. Payne traduce il tedesco "Stachelschweine" ("istrice") con "porcupine" ("porcospino"). 

Il racconto descrive un numero di porcospini che necessitano di stare vicini per scaldarsi, sforzandosi così di trovare la distanza giusta al fine di non ferirsi l'un l'altro. 

Il porcospino deve così sacrificare la necessità di riscaldarsi per non pungersi. 

Schopenhauer conclude che, se qualcuno avesse abbastanza calore interno, potrebbe evitare la società, nonché il dare e ricevere attriti psicologici derivanti dall'interazione sociale.


1- Il suo insegnamento 

Grazie a questo racconto, ciò  che Schopenhauer ci trasmette è una chiara panoramica sulle relazioni, di qualunque tipologia esse siano.

Alle volte è difficile aprirsi con gli altri, abbattere il maledetto muro della distanza, poiché proprio complice l'avvicinamento, il mostrare ciò che realmente siamo ovvero i nostri punti di forza e quelli di debolezza, ecco che magicamente diventiamo vulnerabili.

In un'altra chiave di lettura si potrebbero dare molteplici risposte, ma poche avrebbero realmente senso.

L'essere umano è un animale sociale, bisognoso di contatto, di sentimenti e di affetti.

Queste cose arrivano solo quando riusciamo ad abbandonare la solitudine, i rapporti sono una scommessa e più si approfondisce una conoscenza, più finiamo con l'esporre noi stessi.

La realtà è che ci vuole coraggio per rapportarsi con gli altri, anche a costo di pungersi, la solitudine è la scelta di chi ha paura, di colui che proprio non riesce a mettersi in gioco, permettendo così alla paura di bloccarlo per sempre, chi compie tale scelta vivrà contornato solamente da rapporti superficiali.

Tu però sii migliore di così, scommetti sulla bellezza che solo i rapporti umani possono donare, ricorda ci vuole coraggio per stringere legami duraturi e saldi nel tempo.

Estranei a se stessi e nel mondo: ti è mai capitato di sentirti così? 

Non saresti il primo è veri, e non sarai l'ultimo. Relazionarsi con gli altri ci costa uno sforzo costante, eppure degli altri abbiamo bisogno per vivere. 

Nel momento in cui superiamo l'iniziale vergogna di noi stessi, il mondo ci apre le sue porte e rapportarsi con chi ci circonda diventa più semplice, allettante, quasi stimolante.

Ricordati bene, potrai immaginare, creare e costruire il luogo più meraviglioso della terra ma occorreranno sempre le persone giuste affinché il sogno finalmente diventi realtà.