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Storie di vita: la teoria dello specchio

Di Enrico Buongiovanni 


"Dentro il cuore c’è uno specchio

dove non si è guardato nessun uomo."


Kabir


L'aforisma per questo articolo appartiene a Kabir, mistico e poeta indiano.

Con le sue parole semplifica quello che è conosciuto come il teorema dello specchio, ovvero ciò che abbiamo è viviamo dentro di noi stessi si riflette nella nostra realtà, quando una persona vive in un forte stato di caos, ecco che sarà quello ciò che attrarrà, mentre se vivrà in pace con sè stesso, allora l'universo risponderà nel medesimo modo.


1-La teoria dello specchio

Questa teoria è assai veritiera, il suo funzionamento e il pensiero insito in essa, ad un primo studio superficiale, può essere decifrato in maniera estremamente semplice per mezzo di molti aforismi come:

"Ciò che è fatto è reso"; "Tutto è ciclico"; "Nel bene e nel male ciò che compi ti ritorna indietro".

Il suo contenuto però è molto più ampio, e possiede una duplice chiave di lettura:


1° lettura: tutto è un riflesso

In poche parole affidandoci a questa prima lettura, si potrebbe dire che tutte le persone facenti parte del palco della nostra vita non sono altro che degli interpreti inconsapevoli, ovvero quando vediamo qualcosa negli altri che ci infastidisce profondamente o addirittura ci crea disagio, accade perché tali atteggiamenti ci pongono di fronte ad un interrogativo sulla nostra condotta morale, sulla nostra condotta di vita, chiedendoci se anche noi riusciremo mai a compiere azioni o avere atteggiamenti che ci appaiono così sbagliati e privi di bontà.


2° lettura: calma interiore

La seconda lettura invece è più filosofica, ovvero ciò che ci portiamo dentro lo riflettiamo al di fuori di noi stessi.

Può sembrare un concetto molto new age, ma non c'è niente di più vero, se dentro di noi albergano sentimenti quali rabbia, frustrazione, depressione ecco che saranno proprio le cose che, anche al livello inconsapevole ci trascineremo dietro e cercheremo nella nostra vita non perché tali cose ci donino piacere, ma solamente perché siamo animali molto fragili e cerchiamo e alle volte, stupidamente, anziché andarcene da ciò che ci provoca dispiacere e ci fa stare male, oppure lavorare per stare meglio noi stessi, ecco che preferiamo rimanere dentro a qualcosa di dannoso...è questo solamente perché ci è familiare.


2-Storie di vita: la legge dello specchio

Durante l'intervista ciò che traspare dal suo sguardo è la mancanza di pietà nei suoi stessi confronti, lo sguardo di una persona che troppe colpe si addossa, riconosce tutte le sue colpe, caricandole però e ingigantendole in maniera esorbitante.

Purtroppo, molto spesso noi tutti siamo i peggiori giudici di noi stessi, non permettendoci alcun minimo margine di errore.

Quindi in quel momento, dopo che la nostra conversazione continuava a farsi sempre più interessante e coinvolgente, ecco che posi una domanda:

"Perché sei sempre lì a giudicarti? Perché se si tratta degli altri hai sempre una giustificazione pronta per loro, ma se sei tu a sbagliare...ecco che sei sempre lì a giudicarti."

Mi osserva ancora qualche minuto, come se pensasse attentamente alla domanda posta, dopo un lungo sospiro racconta la sua storia, si potrebbe dire comune normale, una storia di ordinarie difficoltà adolescenziali e di età adulta, eppure questa storia mi ha colpito proprio perché alla base di tutto, vi è il suo pensiero:

"Sai finchè non mi piacevo, fino al momento in cui dentro di me vivevano l'insicurezza, la rabbia, l'incapacità di stringere legami, ad un certo punto ho capito che non avrei mai potuto amare o avere rapporti sicuri con nessuno, se prima non avessi amato me e donato sicurezza all'unica persona che mi accompagnerà sempre.

Il pensiero finale di questa storia è che non puoi non amarti non è giusto, non puoi essere sempre paziente solo con gli altri, ma altrettanto devi fare con te, bisognerebbe amarsi anche quando siamo noi a fare errori, bisognerebbe perdonarsi più spesso, apprendendo dagli errori, in fin dei conti l'importante è non perdere la propria morale e non ferire coloro che abbiamo vicino.