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La storia di Sophie van der Meer: in fuga dal mondo occidentale per salvare i cani randagi

Di Enrico Buongiovanni 


La vita conferma ogni giorno di più quanto possa rivelarsi avventurosa e spesso ci sorprende con la sua imprevedibilità. 

Sophie van der Meer, ne è il perfetto esempio, una donna olandese che ho incontrato mentre percorrevo a piedi la strada che da Bharatpur porta a Chitwan.

Lei ha deciso di abbandonare il tradizionale modo di vivere occidentale, al fine di scoprire il mondo attraverso nuovi occhi,  attraverso nuove esperienze, lei, ad un certo punto della sua vita decise che la cosa migliore fosse svegliarsi ogni giorno sotto un sole nuovo. 

Dopo un primo scambio di sorrisi, inizia a raccontarmi un pò di lei, di quella che è la sua meravigliosa vita e di cosa l'ha portata a maturare determinate decisioni.

Ha viaggiato innumerevoli volte, non tiene il conto di quante volte ha preso un aereo, non ricorda più con esattezza quanti sono i posti che ha visitato.

A partire dai luoghi più remoti e sconosciuti, fino ad arrivare a quelli più stimolanti per il cuore avventuroso dell'essere umano.

Come già detto, numerosi viaggi, numerose mete, alla fine dopo tante, forse troppe avventure, ecco che ha deciso di stabilirsi in Nepal.

Qui, lungo questa strada  ha aperto un piccolo chioschetto chiamato "Pancakes and Pawn", offrendo il suo cibo (soprattutto  pancakes ovviamente), e qualche bevanda calda ai turisti, inutile dire quanto il costo sia irrisorio, ma non è questo il punto, poichè Sophie van der Meer non ha un'anima superficiale, lei vede il mondo attraverso occhi differenti, vede al di là del mero denaro.

Al tempo, decise di rinunciare al suo modo di vivere occidentale perché era in cerca di qualcosa,  non sapeva bene cosa fosse, ma sentiva che per vivere aveva bisogno senza dubbio di qualcosa di più significativo, lei come solo certe anime possono fare, cercava qualcosa di più, cercava quel senso di pace interiore che tutti nella vita ci auguriamo di riuscire a raggiungere un giorno. 

Viaggiare ha aperto la sua mente a nuove idee, a nuovi modi di pensare, ha imparato ad apprezzare le cose semplici della vita, ha capito col tempo che poco sono le cose veramente meritevoli di attenzione.

Dopo i suoi numerosi viaggi, ha scoperto che la felicità non è misurata dalla quantità di denaro o dai beni materiali che possiede, ma dalle relazioni e dalla qualità delle persone che hai intorno.

La scelta di stabilirsi in Nepal non è stata casuale. 

In poco tempo si è innamorata della cultura nepalese e della gente del posto, notando subito un problema che ad un occhio attento come il suo non poteva sfuggire, il Nepal è un paese pieno di randagi, questi animali abbandonati per strada, vengono lasciati a loro stessi, senza alcun aiuto, da questo momento, ecco che le si illuminò una lampadina, nacque un'idea, comprese il perchè sarebbe dovuta rimanere lì.

Ha deciso di aprire il suo chioschetto di pancake per guadagnare un po' di soldi e finanziare dunque la sua missione: salvare i cani randagi. 

In fondo il Nepal è noto per il suo alto tasso di cani randagi e lei si rese conto molto presto della grossa mole di lavoro da compiere.

Ecco che con i guadagni del chioschetto, si prodiga ad aiutare e curare i cani randagi, donando loro una casa amorevole, la sua.

"Pancakes and Paws", ecco il nome della sua attività, passando su questa strada vedrete il simpatico cartello, ad accogliervi 5 cani che grazie a lei hanno ritrovato il sorriso e la voglia di vivere.

Ha creato una rete di volontari che l'aiutano a prendersi cura di questi animali e a trovare loro una casa adottiva. 

Ha anche lavorato con le autorità locali per sensibilizzare la popolazione sull'importanza di prendersi cura degli animali randagi e sul fatto che possono essere degli amici fedeli e affidabili.

Lei mi ha dimostrato che non è mai troppo tardi per seguire i propri sogni e che la felicità non ha prezzo. 

Ha scelto di vivere una vita piena di significato e di dare un senso alle sue esperienze di viaggio, aiutando gli animali che più hanno bisogno di attenzione. 

La sua storia dimostra che anche le piccole azioni possono fare una grande differenza e che il mondo è un posto migliore grazie alle persone come lei.

Ci salutammo con un forte abbraccio, e fu in questo momento che aprì ancora di più il suo cuore.

Mi racconta di quanto sia sempre stata male in patria, in occidente, a vivere secondo dei dogmi già stabiliti, seguendo percorsi già tracciati, vivendo secondo stili di vita finti che non sentiva cuciti su misura.

Lei mi ha insegnato che dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore, la nostra intuizione, poichè loro sanno cosa vogliamo realmente diventare. 

Lei mi ha insegnato che tutto il resto è secondario e che non esiste una sola ragione per non seguire il nostro cuore.