
Di Enrico Buongiovanni
C’è una frase che mi è rimasta incollata addosso, come la sabbia bagnata dopo un tuffo al mare:
"Come singola persona non puoi cambiare il mondo, ma puoi cambiare il mondo di una singola persona."
E ci ho pensato a lungo.
Perché spesso ci sentiamo piccoli.
Un granello nel deserto, una goccia in mezzo all’oceano. Invisibili.
Come se il nostro passaggio non lasciasse alcuna traccia.
Eppure, anche un singolo fiammifero può accendere una lanterna nel buio.
Viviamo in un tempo in cui tutto corre veloce.
Le relazioni diventano spesso contatti, le parole promesse da vetrina, e la presenza qualcosa che si misura in “visualizzato”.
Ma sai qual è la vera rivoluzione? Restare.
Essere quella persona che c’è.
Quando il mondo fuori crolla e a qualcuno basta trovare un rifugio sicuro negli occhi di chi non si spaventa di fronte alle sue fragilità.
Non cambierai il mondo intero, forse.
Non fermerai guerre, non scriverai trattati, non sistemerai l’economia.
Ma potresti essere la ragione per cui qualcuno ha ricominciato a credere che esistano ancora persone buone.
Potresti essere quella carezza data al momento giusto, quella parola che salva, quell’abbraccio che dice “io non me ne vado”.
I rapporti che stringiamo sono come semi.
Non tutti germogliano, è vero.
Alcuni vengono portati via dal vento.
Ma quelli che restano… oh, quelli sì che cambiano i paesaggi.
Perché a volte, per guarire, non serve una cura miracolosa.
Serve solo una presenza autentica.
Nel tempo, ti renderai conto che le persone che rimangono non lo fanno per caso.
Sono quelle che hanno riconosciuto il tuo valore nel silenzio, nei giorni storti, nei momenti in cui neanche tu riuscivi a vedere qualcosa di buono in te stesso.
E sai qual è la parte più bella?
Che anche tu, magari senza saperlo, sei stato quella persona per qualcuno.
Forse non cambierai il mondo.
Ma puoi diventare il mondo intero per chi, guardandoti, ha ritrovato la speranza.
E alla fine, cos’è che conta davvero, se non questo?