
Di Enrico Buongiovanni
Ci insegnano fin da piccoli a nascondere le ferite.
A mostrare il sorriso anche quando dentro crolliamo.
A sistemare ogni cosa, come se la vita dovesse per forza essere lucida, pulita, impeccabile.
Ma la verità è un’altra:
le nostre cicatrici ci rendono ciò che siamo.
Non sono un difetto.
Non sono qualcosa da cancellare, né da nascondere.
Sono prove viventi del fatto che abbiamo amato, sbagliato, lottato, perso… e ancora, nonostante tutto, siamo qui.
C’è una forza silenziosa in chi ha attraversato l’inferno e ne è uscito con la pelle ustionata ma il cuore ancora capace di battere.
E no, non devi tornare indietro a sistemare ogni pezzo.
Non devi giustificare il tuo dolore, né pretendere di guarire perfettamente.
Perché non sei rotto.
Non lo sei mai stato.
Quello che hai vissuto fa parte del tuo disegno.
Ogni graffio sulla tua anima racconta una storia che non ha bisogno di essere riscritta per essere degna.
Non c’è una parte di te che debba essere aggiustata.
C’è solo da accogliere. Da abbracciare. Da vivere.
Smetti di lasciarti definire dalla tua tragedia.
Tu non sei “quello che è stato tradito”, “quella che è stata lasciata”, “quello che ha fallito”, “quella che ha perso”.
Tu sei molto di più.
Sei quello che ha avuto il coraggio di continuare.
Sei quella che, anche col cuore spezzato, ha ancora il coraggio di amare.
La tua vita non inizia quando tutto va bene.
Inizia adesso.
Con le tue ferite ancora aperte.
Con le tue lacrime ancora calde.
Con il tuo passato che pesa, sì, ma che non ti incatena più.
Oggi, ricordalo:
Non sei da aggiustare.
Sei da vivere.
E in te, così come sei, c’è già tutta la bellezza del mondo.