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La soglia invisibile

Di Enrico Buongiovanni


Hai mai vissuto un momento in cui tutto sembrava perduto? Quando le certezze si sgretolano, gli appigli spariscono e rimani con le mani vuote, come chi ha appena lasciato cadere qualcosa di prezioso?

In quei momenti ci si sente come case abbandonate dopo una tempesta: pareti crepate, finestre rotte, e silenzio.

Ma era davvero la fine oppure era un’opportunità per ripartire da zero?


Spesso pensiamo che la fine sia un fallimento, una sconfitta da seppellire sotto il tappeto della fretta o dell’orgoglio. In realtà, la fine è solo un cambio di pelle. È la crisalide che si rompe, non per annullarsi, ma per far volare la farfalla.


Ricordo un giorno in cui mi sentivo proprio così: svuotato, come un campo bruciato dopo l’incendio. 

Le persone intorno a me parlavano, vivevano, si muovevano… ma io ero fermo. 

Mi chiedevo: che senso ha ricominciare?

Eppure, è proprio da lì che è iniziato il mio cammino.


Ogni fine porta con sé una chiamata silenziosa. 

È come una pianta che, tagliata alla base, rinasce da una radice più forte. 

La natura ci insegna che nulla è veramente “la fine”. 

È solo un passaggio, a volte doloroso, a volte improvviso, ma sempre fertile, se sappiamo ascoltarlo.


Tu che stai leggendo: forse stai vivendo un addio, un fallimento, un momento in cui tutto sembra averti voltato le spalle. Forse ti sembra di aver perso terreno, ma io ti invito a cambiare lente: e se quella fosse la terra su cui costruire qualcosa di tuo, finalmente libero da ciò che ti imprigionava?


La nave, quando affonda, non porta con sé il mare. 

Il mare resta, aperto, immenso. 

Così sei tu: non sei ciò che hai perso, ma lo spazio che si apre adesso per qualcosa di nuovo.


E allora prenditi un attimo. Respira. 

Non chiederti più perché è finita, ma che possibilità sta cercando di nascere.

Perché certe volte, quando sembra che tutto stia crollando, in realtà sta solo tornando alla verità.


E la verità è che puoi ripartire.

Anzi: che meriti di ripartire.