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Kaizen: la rivoluzione gentile

Di Enrico Buongiovanni 


Non serve stravolgere la tua vita in una notte.

Non devi diventare invincibile entro domani.

Non è necessario esplodere per brillare.

Spesso, per rinascere, basta migliorare dell’uno per cento.


Questo è il Kaizen.

Una parola giapponese che sembra il suono del vento tra le foglie: delicato, ma costante.

Significa crescita continua, miglioramento quotidiano, un passo dopo l’altro, senza ansia, senza rumore.


Non è la corsa. È la direzione.

Non è la perfezione. È la volontà di non mollare.


Le piccole cose cambiano tutto


Hai presente quando smetti di bere caffè zuccherato?

Quando, invece di scrollare il telefono prima di dormire, leggi una pagina di un libro?

Quando ti alzi e, anche se piove dentro di te, rifai il letto lo stesso?


Queste non sono sciocchezze.

Sono atti di amore verso il futuro te stesso.

Sono semi piantati nel terreno della tua coerenza.

E il Kaizen lo sa: un seme non urla, ma un giorno diventa quercia.


Un centimetro al giorno è un chilometro in un anno


C’è un potere invisibile nella ripetizione.

La goccia che cade ogni giorno non sembra nulla… finché non scava la pietra.


Ogni volta che scegli di non arrenderti, anche solo per oggi,

ogni volta che invece di crollare, ti riprendi piano,

ogni volta che invece di odiarti, ti parli con gentilezza,

stai allenando una forza che non si vede, ma tiene in piedi mondi interi.


Non devi saltare. Devi respirare.


Molti ti diranno che per cambiare devi uscire dalla tua zona di comfort, fare grandi cose, osare in modo eroico.

Ma il vero eroismo, a volte, è resistere nel silenzio, continuare a provarci quando nessuno applaude.


Kaizen è dirti:


“Oggi faccio un po’ meglio di ieri. E domani, un po’ meglio di oggi.”

“Non mi serve arrivare. Mi serve camminare con amore.”


Se ti senti rotto, comincia da dove sei.


Comincia con un bicchiere d’acqua al mattino.

Con il cellulare spento mezz’ora prima di dormire.

Con una passeggiata da cinque minuti.

Con un “grazie” sincero detto allo specchio.


Il Kaizen non ti chiede di essere un gigante.

Ti chiede di non smettere di essere un essere umano in cammino.

E sai qual è la verità?

Quella versione di te che sogni…non è lontana.

È dall’altra parte di cento piccoli passi.