Di Enrico Buongiovanni
E se fosse vero?
E se la vita, anziché crollarti addosso come temi nelle notti di pensieri stanchi, decidesse di sorprenderti con una carezza inattesa?
Viviamo spesso con lo sguardo fisso sul terreno, come chi cammina temendo di inciampare, e ci dimentichiamo che, alzando appena il volto, potremmo scoprire un cielo più vasto di quanto le nostre paure ci abbiano mai concesso di credere.
Ci raccontiamo storie di fallimenti imminenti, ci convinciamo che i finali siano già scritti, che la strada sia più scura della luce che possiamo portare con noi.
Ma la verità è che il domani non si scrive nei timori che ripetiamo a memoria: il domani è una pagina bianca che aspetta l’inchiostro del nostro coraggio.
E se tutto andasse meglio di quanto avresti mai potuto immaginare?
Pensa a questo: tu non sei una fotografia statica, ma un album intero in continuo divenire.
Ogni passo che fai ti conduce a una nuova versione di te stesso, come un fiore che non sboccia una volta sola, ma si apre in petali successivi, sempre più ampi, sempre più colorati.
Un giorno ti scoprirai più forte, il giorno dopo più dolce.
A volte sarai più coraggioso, altre volte più paziente.
Ti incontrerai in mille forme diverse, e in ognuna di esse riconoscerai un dettaglio che prima non avevi notato: un nuovo sorriso, un nuovo silenzio, una nuova forza.
Sarai come un mare che cambia volto con il vento, ma resta sempre mare: immenso, capace, infinito.
E la bellezza?
Non sarà mai un punto di arrivo, ma una scala che si allunga verso l’alto.
Ogni gradino sarà più luminoso del precedente, perché ogni caduta, ogni paura vinta, ogni attimo di tenerezza che ti concederai aggiungerà una sfumatura nuova alla tua anima.
La morale, se vogliamo darle un nome, è questa: smetti di aspettarti il peggio come se fosse l’unico possibile ospite alla tua porta.
Forse, bussando, non troverai i fantasmi che temi… ma versioni di te che brillano più forte di quanto tu stesso avresti mai osato immaginare.
Credimi: la vita a volte ci sorprende non perché cambia lei, ma perché ci accorgiamo finalmente di quanto fossimo già pronti a cambiare noi.