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Hic et nunc: l’arte di abitare l’attimo

Di Enrico Buongiovanni


C’è un luogo che non compare sulle mappe, un rifugio che non ha muri e non conosce confini: si chiama presente. I latini lo chiamavano hic et nunc, “qui e ora”. 

È l’unica stanza della vita in cui davvero possiamo respirare, amare, scegliere. Eppure, quante volte restiamo incatenati in soffitte polverose di ricordi o in corridoi interminabili di paure sul futuro, dimenticando che la vera porta spalancata è quella davanti a noi?

Vivere hic et nunc è come immergersi in un fiume: non possiamo risalire alla sorgente, né tuffarci già alla foce. Possiamo soltanto lasciarci cullare dall’acqua che scorre sotto la pelle, fresca e viva, proprio adesso.


Il presente come giardino segreto


Immagina il presente come un giardino che fiorisce soltanto se ci entri. 

I pensieri sul passato sono come foglie secche che il vento porta via, i progetti sul futuro come semi ancora sotto terra. 

Ma se resti fermo davanti al cancello, perso in nostalgie o timori, non vedrai mai i petali aprirsi né sentirai il profumo della vita che ti circonda. 

Entrare nel giardino del “qui e ora” significa concedersi la bellezza di un fiore che sboccia in questo preciso istante, anche se domani sfiorirà.


Il cuore come bussola


Hic et nunc non chiede di dimenticare il passato né di ignorare il futuro: chiede solo di non restarne prigionieri. 

È come tenere in mano una bussola: il Nord esiste, ma ciò che conta è dove stai posando i piedi adesso. 

Ogni battito del cuore è un richiamo gentile che ti sussurra: sei vivo ora, non domani, non ieri.


Un invito alla leggerezza


Quando abitiamo il presente, smettiamo di trascinare catene invisibili. 

Non serve prevedere tutte le curve della strada: basta affrontare il metro di sentiero sotto i nostri passi. 

Vivere hic et nunc è come imparare a danzare sotto la pioggia senza aspettare che torni il sole: i piedi si bagnano, i capelli gocciolano, ma il sorriso fiorisce.


La cura dell’attimo


Il presente è fragile come una bolla di sapone: luccica per un istante e poi svanisce. 

E proprio perché così fragile, diventa prezioso. 

Accarezzare una mano, ascoltare il canto di un merlo al mattino, sentire il respiro che riempie i polmoni: sono attimi minuscoli che non torneranno più, ma che, se vissuti con attenzione, si trasformano in perle di eternità infilate nella collana della nostra vita.

Vivere hic et nunc non è un esercizio di filosofia astratta: è un atto di amore verso sé stessi. 

È scegliere di guardarsi negli occhi allo specchio e dire: oggi ci sono, e questo basta.

Perché la vita non si svolge ieri e non comincia domani. 

La vita, con tutte le sue imperfezioni e meraviglie, respira solo qui. 

E adesso.