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Le piccole cose

Di Enrico Buongiovanni


La vita ci frega con la stessa astuzia di un barista che allunga il bicchiere mezzo vuoto facendolo sembrare pieno. 

Ti convinci che la felicità stia nei fuochi d’artificio, nei finali col botto, nei baci da copertina. 

Ma la verità è che i momenti che ti restano addosso non hanno l’abito della festa: si presentano scalzi, spettinati, senza annunciare nulla.

Un caffè bevuto in silenzio con qualcuno che non ha bisogno di parlare per capirti. Una risata che ti strappa la maschera in un pomeriggio grigio, come un raggio di sole che sfonda le nuvole senza chiedere permesso. 

O il profumo di pane caldo che ti riporta indietro, a quando eri bambino e credevi che il mondo fosse grande quanto la tua cucina.

Sono cose minuscole, schegge di quotidiano che ignoriamo come si ignorano le monetine cadute per strada. 

E invece, quando ti volti indietro, scopri che erano proprio quelle a pesare più dell’oro. 

Perché la memoria non colleziona trofei: custodisce carezze, dettagli, sfumature che ti hanno tenuto in piedi mentre aspettavi il grande colpo di scena che non arrivava mai.

Il tempo, quel bastardo elegante, ha un talento tutto suo: svela il valore quando la scena è già finita. 

Ti mostra che la vera rivoluzione non è mai stata il traguardo, ma il passo incerto che ti ha portato fin lì.

Godersi le piccole cose non è accontentarsi: è imparare a ballare con la luce che filtra tra le persiane, a riconoscere la poesia in un bicchiere d’acqua bevuto alle tre di notte, a sentire il cuore che rallenta quando una voce ti chiama per nome con la naturalezza di chi ti ha visto mille volte cadere e rialzarti.

La vita non ti costruisce monumenti: ti lascia graffi, cicatrici e piccole scintille. Eppure è proprio la somma di quei dettagli, apparentemente banali, a trasformarsi in radici che ti tengono saldo.

Alla fine non c’è un grande spettacolo che ci salva. 

Ci salvano i frammenti. 

Una mano che stringe la tua, un tramonto rubato dal finestrino di un autobus, il silenzio complice di chi resta anche quando non sai cosa dire.

Non aspettare di chiamarle ricordi per capirne il valore. 

Perché un giorno ti sveglierai e scoprirai che le piccole cose non erano piccole. Erano vita, intera, senza sconti.