
Di Enrico Buongiovanni
Ci sono momenti in cui la vita ci mette in ginocchio.
Eventi che non avevamo previsto, parole che non si possono più dire, finali che non avremmo voluto scrivere.
In quei momenti di smarrimento, ci aggrappiamo al bisogno di capire, di controllare, di “aggiustare” ciò che si è spezzato.
Eppure, esiste un principio antico che invita a fare l’opposto: accettare con grazia ciò che non si può cambiare.
Questo principio si chiama Shikata ga nai (仕方がない).
Cosa significa “Shikata ga nai”
Letteralmente, Shikata ga nai significa “non si può fare altrimenti” o “non c’è modo di cambiarlo”.
Ma dietro queste parole c’è molto di più: un intero modo di vedere la vita, un insegnamento profondo di resilienza e consapevolezza emotiva.
In Giappone, lo Shikata ga nai rappresenta la forza di accettare con dignità ciò che non è in nostro potere cambiare.
È la capacità di dire:
“Questo dolore esiste. Ma non lo lascerò distruggermi.”
Non è rassegnazione.
È saggezza.
È il gesto di chi smette di combattere contro la tempesta e impara invece a camminarci dentro, lasciando che la pioggia lo purifichi invece di spegnerlo.
La forza nell’accettare ciò che non possiamo controllare
Viviamo in un mondo che ci insegna a reagire, a risolvere, a lottare.
Ma la verità è che non tutto si può aggiustare.
Ci sono situazioni che non dipendono da noi: una perdita, una malattia, una separazione, una decisione che non possiamo cambiare.
Il principio dello Shikata ga nai ci insegna che la vera forza non sta nel controllo, ma nella capacità di accettare.
Accettare significa smettere di sprecare energie in una battaglia contro l’impossibile, e iniziare invece a trasformare il dolore in comprensione, la rabbia in calma, la paura in fiducia.
Accettare non significa dire “va tutto bene”.
Significa dire:
“Anche se non va tutto bene, io posso ancora trovare pace dentro di me.”
Shikata ga nai come filosofia di vita e crescita personale
Quando impariamo ad accettare, qualcosa dentro di noi cambia.
Ci liberiamo dal bisogno di controllare ogni cosa e iniziamo a vivere con più equilibrio interiore.
Non reagiamo più a tutto: scegliamo come rispondere.
E questa è una forma altissima di libertà.
Lo Shikata ga nai diventa allora una pratica quotidiana di crescita personale.
Ogni volta che qualcosa va storto, possiamo scegliere di ripeterci:
“Non posso cambiare questo evento, ma posso scegliere come affrontarlo.”
È così che nasce la resilienza emotiva, quella che non indurisce, ma ammorbidisce.
Quella che non chiude il cuore, ma lo rende più grande.
L’eleganza del vivere con grazia
Nella cultura giapponese, mantenere la calma anche nel dolore è considerato un atto di bellezza.
Non si tratta di reprimere le emozioni, ma di onorarle senza lasciarsene travolgere.
È l’arte di restare in piedi anche quando tutto crolla intorno.
È forza silenziosa, gentile, ma incrollabile.
E noi possiamo imparare da questa saggezza millenaria:
possiamo affrontare la vita con più grazia, con meno rabbia e più fiducia.
Possiamo imparare a dire “Shikata ga nai” non come una resa, ma come una promessa:
“Farò del mio meglio con ciò che ho, anche se non è ciò che desideravo.”
Lasciare andare per tornare a sé
Lasciare andare non significa dimenticare o arrendersi.
Significa lasciare spazio.
Spazio al respiro, alla guarigione, a nuove possibilità che non possono arrivare se restiamo aggrappati a ciò che non è più.
Quando smettiamo di combattere il flusso della vita, torniamo in contatto con noi stessi.
E scopriamo che la pace non arriva quando tutto va come vogliamo, ma quando impariamo a fidarci anche di ciò che non comprendiamo.
Il dolore non scompare, ma cambia forma.
Diventa insegnamento, radice, profondità.
E un giorno, guardandoci indietro, capiremo che proprio in quel momento di “non posso farci nulla”, abbiamo trovato la nostra vera forza.
Shikata ga nai: la serenità che nasce dalla resa consapevole
La vita non sarà mai completamente nelle nostre mani.
Ci saranno sempre imprevisti, finali inattesi, svolte improvvise.
Ma ogni volta che scegliamo di accettare invece di resistere, ritroviamo il potere di vivere pienamente.
Lo Shikata ga nai ci insegna che non serve capire tutto per continuare a camminare.
Serve fidarsi, respirare, lasciare andare.
E continuare a fare il meglio che possiamo, con quello che abbiamo.
In conclusione
Shikata ga nai non è solo una frase giapponese.
È una filosofia, una preghiera silenziosa, un modo di restare umani anche quando la vita ci sfida.
È la consapevolezza che, anche se non possiamo cambiare il vento, possiamo imparare a regolare le vele.
Accettare ciò che non possiamo cambiare è il primo passo verso la pace interiore.
E in quella pace, scopriamo che la vita continua a scorrere, dolcemente, verso nuovi orizzonti.